L’importanza degli inibitori della pcsk9 nella prevenzione secondaria di eventi cardiovascolari in pazienti con malattia aterosclerotica: un’analisi grade dello studio Fourier per l’evolocumab

Autori: M. Arca, P.L. Canonico, F. Colivicchi, C. Favaretti, P. Perrone Filardi, A.P. Maggioni

INTRODUZIONE

I pazienti che sopravvivono ad un evento cardiovascolare diventano malati cronici ad elevato rischio di recidive ischemiche, condizione definita come rischio residuo. Realizzare un piu diffuso e adeguato controllo dei livelli di C LDL in prevenzione secondaria e un obiettivo prioritario per ridurre il rischio residuo. In questo contesto, gli inibitori della PCSK9 (iPCSK9) possono avere un ruolo rilevante nel favorire il raggiungimento di livelli ottimali di C-LDL. Pertanto si e scelto di valutarne il valore clinico utilizzando lo studio FOURIER.

MATERIALI E METODI

La prima parte dell’analisi e stata dedicata al rischio residuo e alle criticita presenti per il suo controllo nella pratica clinica. Successivamente, il metodo GRADE e stato applicato alla valutazione dello studio FOURIER che ha impiegato in prevenzione secondaria l’evolocumab, uno dei due iPCSK9 disponibili, in pazienti in fase di cronicizzazione. Il GRADE e stato applicato grazie al contributo di un gruppo di esperti del settore.

RISULTATI

Gran parte dei pazienti in prevenzione secondaria non risulta trattata in maniera adeguata con gli agenti ipocolesterolemizzanti convenzionali (es statine), cio dipende anche dalla presenza di pazienti con ipercolesterolemia resistente. Lo studio FOURIER, ha mostrato che l’impiego dell’evolocumab in pazienti con livelli non ottimali di C-LDL e in grado di ridurre l’endpoint composito di morte cardiovascolare, infarto del miocardio, ictus, rivascolarizzazione coronarica o ospedalizzazione per angina instabile del 15% e quello composito di morte cardiovascolare, infarto del miocardio o ictus del 20%. La qualita dello studio secondo il metodo GRADE e risultata alta.

CONCLUSIONI

I risultati dimostrano la necessita di implementare le linee guida attualmente suggerite nella prevenzione secondaria in pazienti ad elevato rischio residuo e l’aiuto offerto dagli iPCSK9. Predisporre e diffondere adeguati percorsi di follow-up per questi pazienti, migliorare l’accessibilita per i pazienti eleggibili ai nuovi iPCSK9 appare un importante obiettivo per migliorare il controllo del rischio residuo nella pratica clinica.

KEYWORDS

Patologie cardiovascolari, prevenzione secondaria, iPCSK9, evolocumab, GRADE.

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