Autori: G.M. Bruno, S. Di Matteo, C. Martinotti, M.C. Valentino, G. Pieroni, G.L. Colombo
L’ipercolesterolemia e un disordine metabolico che risulta essere tra le maggiori cause nell’insorgenza di patologie cardiovascolari, come l’ictus o l’infarto. La prevenzione e la gestione di questo disturbo sono due importanti fattori per la riduzione dei decessi correlati a questo tipo di malattia, che rappresenta una delle prime cause di morte nel mondo occidentale. Il trattamento dell’ipercolesterolemia consiste in una terapia farmacologica atta a diminuire l’assorbimento del colesterolo o l’inibizione della sua sintesi endogena. Anche l’assunzione di integratori alimentari, ad oggi, puo rappresentare un primo approccio laddove si possa ancora intervenire mediante un intervento non farmacologico. Come la terapia farmacologica, anche i nutraceutici devono essere assunti per un periodo di tempo significativo per poter produrre dei risultati significativi sulla concentrazione lipidica.
Lo scopo del presente testo e valutare il grado di aderenza del paziente a un nutraceutico, attraverso uno studio retrospettivo di un database elettronico. Quest’ultimo e composto dai dati di vendita provenienti da alcune farmacie del centro Italia, il cui flusso e derivato dall’utilizzo delle carte fedelta. I dati si riferiscono alle vendite registrate nel periodo compreso tra il 2015 e il 2018. L’aderenza e stata calcolata attraverso l’indicatore MPR (medical possession ratio) ovvero il rapporto tra i giorni coperti dal prodotto e i giorni intercorsi tra il primo acquisto e l’ultimo. Il valore medio e stato ricercato su un periodo massimo di 365 giorni, eseguendo poi un’indagine dopo 60, 90 e 180 giorni dall’inizio dell’assunzione del prodotto per valutare la variazione del risultato. La stessa variazione e stata poi analizzata escludendo i pazienti definiti occasionali, ovvero coloro che presentano un valore di aderenza inferiore al 20%. Dall’analisi effettuata e emerso che l’aderenza media per un periodo relativo a un anno e stata del 36%, con una persistenza media di 63 giorni. I risultati ottenuti hanno mostrato uno scenario complessivo di bassa aderenza, con un valore medio molto inferiore rispetto allo standard di riferimento fissato.
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