Autori: M. Chiara Valentino, Giacomo M. Bruno, Roberta Di Massa, Giorgio L. Colombo
Background
La malattia renale cronica (CKD) è una condizione progressiva associata a un elevato burden clinico ed economico. L’introduzione di nuove strategie terapeutiche come dapagliflozin può migliorare gli esiti clinici e ridurre l’impatto finanziario sui sistemi sanitari.
Materiali e Metodi
Sono state condotte un’analisi di costo-efficacia (CEA) e un’analisi di impatto sul budget (BIA) per valutare dapagliflozin nel trattamento della CKD con un valore di uACR < 200 mg/g, rispetto a placebo, entrambi in aggiunta allo standard of care (SoC). L’analisi di costo-efficacia ha stimato il rapporto di costo-efficacia incrementale (ICER) considerando un orizzonte temporale life-time, mentre l’analisi di budget impact ha valutato l’impatto economico sul Servizio Sanitario Nazionale (SSN) in un periodo di cinque anni.
Risultati
Dapagliflozin ha mostrato un profilo di costo-efficacia dominante rispetto a placebo + SoC, con un incremento di 0,934 Quality-Adjusted Life Years (QALY) e 1,045 Life Years (LY), accompagnato da un risparmio di 2.580,80 € per paziente. L’analisi BIA ha evidenziato una riduzione della spesa per il SSN già dal primo anno (-252.527 €), con un risparmio cumulato di -1.313.972 € in cinque anni.
Discussione e Conclusioni
L’adozione di dapagliflozin per la CKD con uACR < 200 mg/g rappresenta una strategia clinicamente efficace ed economicamente sostenibile per il SSN, grazie al miglioramento degli esiti clinici e alla riduzione dei costi sanitari. L’implementazione di questa terapia può contribuire a un’allocazione più efficiente delle risorse sanitarie, supportando decisioni di politica sanitaria basate sull’evidenza.
Parole Chiave
CKD, dapagliflozin, costo-efficacia, budget impact, Servizio Sanitario Nazionale, analisi farmacoeconomica.
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